giovedì 7 marzo 2013

1522

Ciao, domani è l'8 marzo e probabilmente torneranno in auge argomenti come il rispetto per le donne, il lavoro femminile, la violenza, la maternità etc etc
Tra questi però l'argomento che mi tocca di più è la violenza.
Purtroppo ci succede ormai quotidianamente di leggere notizie riguardanti omicidi, violenze e persecuzioni psicologiche nei confronti delle donne, e dimentichiamoci per un attimo del resto del mondo perchè se puntiamo la lente d'ingrandimento sul nostro caro stivale i dati sono sconcertanti.
Durante il 2012 è stata uccisa una donna ogni tre giorni solo in Italia, uccisa dal marito, dal fidanzato, dall'ex: non voglio ripetere dati che con un po' di dimestichezza riuscirete a trovare in rete, non voglio neanche scrivere un pezzo di accusa perchè c'è chi lo fa e l'ha fatto meglio di me. Vorrei dire la mia, se possibile.
Ritengo che ci siano varie forme di violenza: fisica, psicologica, autoinflitta; il problema è quando tutte e tre convergono in un'unica persona perchè ciascuna di esse è di per sè orrenda.

La violenza fisica.
Schiaffi, strattoni, calci, pugni, spinte, palpate, stupri, tirate di capelli, percosse e sevizie, rapimenti, vi viene in mente altro? Beh, si... però forse non serve elencare quello che potrebbero farci, sarebbe più opportuno capire come evitare di trovarci in queste situazioni. Forse ho capito, se arrivi a subire violenza fisica probabilmente hai subito e continui a subire in silenzio una ostinata violenza psicologica.

La violenza psicologica.
Questa la conosco, la sensazione è di completa impotenza di fronte alle richieste ed alle continue imposizioni del nostro carnefice (si, lo chiamo così ed è persino gentile come parola rispetto a quello che penso); se siamo già in questa situazione vuol dire che lui ha già fatto in modo di creare il vuoto intorno a noi: nente amiche, nessun contatto con i vecchi amici, pochi contatti con la famiglia e se possibile niente lavoro. Ecco, ora siamo isolate, l'unico riferimento che abbiamo per ogni cosa è lui. Ci ha in pugno. Qualsiasi cosa lui ci dica, per quanto possa essere offensiva e dolorosa ci pare vera o comunque possibile.
 "Quello ti ha guardato! Hai fatto la troia?" --> è un insicuro che vuole farti sentire in colpa anche per le cose più naturali come un sorriso
"Ti ho vista oggi al lavoro, come sorridevi a quel cliente...te lo volevi fare?"--> è un insicuro, ti segue e ti controlla e soprattutto te lo dice perchè vuole che anche tu sia insicura
 "Cos'è questa risposta? Cosa fai? Pensi che io sia un fallito? Mi vuoi lasciare? Io senza di te non vivo!"--> è un insicuro, ma in questo caso gioca al lupo che si traveste da agnello per far passare te, brutta cattivona che gli rispondi, dalla parte del torto.
Cosa ne deduciamo? Questi stronzi sono INSICURI e si aggrappano alle nostre vite come dei parassiti rendendo insicure anche noi e portandoci all'inferno con loro: prima sottomettendoci psicologicamente (ad un certo punto sembriamo delle lobotomizzate con il prosciutto sugli occhi) e poi fisicamente. Si, perchè una volta conquistata la mente potranno fare del nostro corpo ciò che vogliono e noi lobotomizzate non riusciremo a reagire. Perchè tutto ciò? Probabilmente tendiamo ad autoinfliggerci dolore.

La violenza autoinflitta.
Mi spiego meglio, non sto parlando di tendenza al suicidio nè di traumi fisici autoinflitti. Quello che dico è che noi donne siamo molto forti, fortissime, piene di risorse, svelte, scaltre, intelligenti, ma a differenza degli uomini possediamo una sensibilità enorme, immensa, anche la più cinica di noi ha un po' di sensibilità, è in noi e loro questo lo usano contro di noi. Cercano il nostro punto debole (attenzione!!! Essere sensibili secondo me è un dono bellissimo ma loro lo rivoltano come una frittata e lo rendono il nostro punto debole), ci lavorano su, e una volta terminato il lavoro noi saremo convinte di meritare tutto ciò. Il dolore ce lo infliggiamo nel momento in cui pensiamo di non valere abbastanza, di essere inutili senza di lui, di non essere al'altezza delle varie situazioni.

Sono stata noiosa? Mi spiace... ho cercato di spiegare il mio punto di vista e ragazze, credo che tutto ruoti intorno alla nostra autostima! Non permettiamo loro di ucciderci dentro, perchè poi convinti di avere il pieno potere non accetteranno ribellioni da parte nostra e si ergeranno a giudici e boia nei nostri confronti, convinti che le vere vittime siano loro.
Vorrei fare un'ultima considerazione; credo che queste cose accadano da sempre, ma solo da pochi decenni e soprattutto negli ultimissimi anni è stato scoperchiato questo vaso di pandora che contiene decenni di orrori e di silenzi. I silenzi non sono solo quelli delle vittime, a stare zitti e fermi sono il più delle volte le stesse famiglie e le istituzioni. Non mi addentro in questo ulteriore capitolo di violenza (perchè anche il menefreghismo è violenza) ma allego dei link che potranno illustrare meglio la situazione.
Grazie per l'attenzione, grazie per aver pazientato fino all'ultima delle mie virgole (lo so, sono troppe), non buttiamoci via, non facciamo in modo che ci buttino via.

1522 numero verde nazionale
chiamalo in caso di pericolo
1522 non dmentichiamo questo numero 
e non dimentichiamoci che la vita
è un dono ed è bella e noi meritiamo
di vivere ed essere felici come
chiunque altro.


http://www.huffingtonpost.it/2013/03/06/femminicidi-ce-finalmente-lista-completa_n_2819194.html

http://www.pariopportunita.gov.it/index.php/numeri-di-pubblica-utilita-sezione/117-numero-verde-1522-antiviolenza-donna


sabato 2 marzo 2013

E' già Marzo?!?!

Ciao! Ok ok ok lo so... non sono costante, ma per farmi perdonare ho cambiato faccia al blog! Sta a vedere che qualcuno lo nota? Comunque, il mio pc fa non pochi capricci ma prometto che mi impegnerò ad essere più costante. Ho qualche argomento arretrato da approfondire...

domenica 27 gennaio 2013

Conoscere per non dimenticare

Oggi è la giornata della memoria.
Ma perché abbiamo bisogno di aspettare il 27 gennaio per parlare dell'olocausto e delle barbarie commesse durante la 2°guerra mondiale? Perché durante tutto il resto dell'anno guardiamo apatici i TG che ci propinano stragi quotidiane di innocenti mentre gustiamo una cena o un pranzo mentre oggi la strage di innocenti ci colpisce e ci fa riflettere? Allora è proprio l'individuo, la persona in sé che ha problemi; allora riflettiamo a comando, piangiamo a comando, ci dispiaciamo a comando. Non c'è autonomia nelle nostre emozioni? Probabilmente no. Se ci pensate, si aspetta che ci siano le arance in piazza per fare una donazione alla ricerca, il sangue lo doniamo solo se ce lo vengono a chiedere, la carità la facciamo solo se siamo spinti a farla.
Siamo diventati degli automi, automi egoisti che vivono la loro vita voltandosi dall'altra parte se i problemi sono di altri, ma pronti a gesti di estrema bontà se qualcuno ci spinge a farli o se a farli e la massa: infatti l'individuo non è più in grado, a parere mio, di decidere che questo è giusto e quello è sbagliato: aspetta di vedere cosa fa la massa. E la segue.
E invece bisognerebbe coltivare questa autonomia delle emozioni già dall'infanzia, far capire ai bambini cosa è giusto e cosa è stato sbagliato e soprattutto come si può rimediare perché non accada più. Non dico che i bambini dovrebbero guardare film come Schindler's List o Kapò, però dovrebbero loro insegnare già da piccoli che diverso non è per forza sbagliato o inaccettabile: è solo diverso perché ha altre qualità, altre attitudini. Perché ad esser cattivi, ad emarginare si parte da bambini, sono loro i primi veri bulli che incontri nella vita, quelli che a casa sentono parlare i genitori e poi a scuola emarginano il bambino in carne, il bambino musulmano, la bambina con l'apparecchio e via via tutti coloro che reputano diversi dalla loro idea della persona ideale.
 Io sono diversa. Si. Sono una diversa nella mia famiglia perché ho gli occhi chiari. Il mio amico è diverso da me perché è ateo. Tutti siamo diversi ed è giusto imparare fin da piccoli che essere diversi gli uni dagli altri è un bene perché ci aiuta ad approfondire le nostre conoscenze, ci rende migliori! E quando i bambini ormai cresciuti nel rispetto per il prossimo arrivano all'età giusta per capire come rimediare agli errori e far si che non si ripetano è giusto far loro vedere cosa è successo durante l'olocausto e allora lì capiranno il perché del giusto e il perché del non giusto. Capiranno dove porta il non rispetto e l'emarginazione dovuta alla diversità.
E non dimenticheranno.